Come proteggere il brand online – e cosa c’entrano i domini
- di Ilona K.

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La protezione del brand è qualcosa che le aziende di qualsiasi dimensione non possono ignorare. Non solo la maggior parte dei brand si imbatte in problemi di violazione e deve spendere per contenziosi legali, ma tali violazioni provocano anche confusione tra i clienti, perdita di ricavi e danni alla reputazione di un brand.
La protezione del brand, definita come l’individuazione e il contrasto di asset e contenuti di brand in violazione, è una parte fondamentale della gestione della proprietà intellettuale (IP) e dell’amministrazione aziendale. È strettamente legata alla gestione dei nomi di dominio negli sforzi per proteggere l’identità del brand online.
David Barnett, autore del libro “Brand Protection in the Online World” e Brand Protection Strategist presso Stobbs IP, condivide cinque consigli e tattiche per usare la gestione dei nomi di dominio a tutela del brand.
Analisi approfondita dei dati
Le varianti di dominio sono sempre più sfruttate da soggetti malintenzionati per indirizzare i visitatori verso contenuti non legittimi. Si va da corrispondenze “sfocate” con il nome del brand fino a corrispondenze esatte del nome del sito ufficiale ma su un TLD diverso.
Il successo nel contrastare le violazioni del brand online dipende dall’uso di un ampio ventaglio di approcci di analisi dei dati in grado di rilevare il maggior numero possibile di aree di contenuto vulnerabili. In pratica, di solito si tratta di una combinazione di:
- Analisi dei file di zona (file di dati che contengono gli elenchi di tutti i domini registrati) insieme ad altri approcci (come ricerche parallele e ricerche per stringa esatta) e
- Analisi dei risultati dei motori di ricerca (“metasearching”) e di altre fonti di dati, come le informazioni di configurazione delle zone (ad esempio “passive DNS analysis”), l’analisi della “certificate transparency” (CT) o l’uso di termini di ricerca espliciti su domini specifici.
Programmi come il TMCH (Trademark Clearing House) e altri possono inoltre aiutare le organizzazioni a ricevere un preavviso di potenziali violazioni. Analizzare le stringhe di parole chiave e i TLD maggiormente usati dai soggetti malintenzionati può anche aiutare a definire un’altra tattica: una strategia di registrazione difensiva.
Registrazione difensiva
Una misura proattiva efficace che i brand possono adottare per salvaguardare i propri asset di dominio è una politica di registrazione difensiva. Comprende:
- Registrare le varianti chiave del brand sotto la titolarità ufficiale (ad es. facebook.com e fb.com) e implementare regole di reindirizzamento;
- Registrare il dominio in più ccTLD (country code top level domains) e nTLD (new TLD);
- Registrare domini destinati a usi futuri, ad esempio per lanci pianificati di brand o di prodotti.
Le registrazioni difensive supportano la gestione di un portafoglio di domini usati per ospitare siti web aziendali e di prodotto rivolti ai clienti, nonché l’infrastruttura email, e impediscono a potenziali violatori di spacciarsi per il brand.
Estensioni dot-brand
In qualità di titolari di brand, si può anche valutare di presentare domanda per gestire la propria estensione dot-brand. Un dominio dot-brand è un tipo di gTLD (generic top-level domain) che consente di mettere il nome del brand a destra del punto in un nome di dominio, come sport.bbc o dealership.bentley.
Usare il nome del brand come TLD a sé stante permette di controllare tutti i siti ufficiali e i canali di distribuzione. Diversi provider di servizi offrono supporto nella preparazione delle domande per la registrazione di un TLD dot-brand.
AI e automazione
L’AI (intelligenza artificiale) è molto potente quando si tratta di trovare il nome di dominio giusto, verificare la disponibilità e analizzare i dati per una gestione più efficiente del portafoglio di nomi di dominio.
Guardando al futuro, ci si aspetta che l’AI supporti ampiamente la gestione dei nomi di dominio nel contesto della protezione del brand. Per esempio, alcuni strumenti di AI integrano già controlli per assicurare che i suggerimenti non violino diritti di proprietà intellettuale tutelati.
Ci sono anche opportunità per integrare l’AI nella prossima generazione di strumenti di monitoraggio del brand e di gestione dei domini. Immaginiamo sistemi di monitoraggio che imparano a evolvere le proprie impostazioni per filtrare e dare priorità ai contenuti con maggiore precisione, identificare tendenze nei modelli di violazione, nonché strumenti di AI in grado di identificare e affrontare automaticamente molteplici varianti di violazione.
Valutare soluzioni e fornitori
Infine, è utile esplorare anche il panorama competitivo dei fornitori di servizi di protezione del brand. I provider di livello enterprise adottano una gamma di metodologie – anche quando non è ancora presente alcun contenuto di sito attivo.
Tengono conto di fattori quali le caratteristiche del registrant (titolare del dominio), dell’ISP (Internet service provider, o hosting provider) e del registrar, il livello di rischio del TLD, la presenza di record MX (mail exchange) – cioè se i domini possono inviare e ricevere email – il traffico web, l’entropia del nome di dominio (una misura del grado di casualità della stringa del nome di dominio) e così via, per quantificare il livello complessivo di minaccia.
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Questo articolo è stato tradotto da un’intelligenza artificiale e può contenere imprecisioni. Consulta l’originale in inglese.

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